VAL SARMENTO
BASILICATA · PARCO NAZIONALE DEL POLLINO

 

 
 

Aspetti naturali

 

Una veduta della valle

 

Le vette dolomitiche di Serra di Crispo (2053 m.), Serra delle Ciavole (2127 m.), Serra Dolcedorme (2266 m.) e della Grande Porta del Pollino; le morene dei Piani del Pollino, residui di glaciazioni; le rocce di origine vulcanica di Timpa delle Murge; le nevi; i pascoli d'alta quota; il pino loricato e l'associazione abete-faggio; le faggete ed i boschi di quercia; il lupo appenninico; l'aquila reale; il picchio nero e il corvo imperiale: questo è quanto la valle offre alla vista del visitatore.

Luoghi incantevoli in cui val la pena fermarsi, paessaggi suggestivi che affascinano e rapiscono i sensi. Suoni, colori, odori e sapori, altrove dimenticati, qui riacquistano il valore forte dei contrasti, dell'originale e del genuino. L'aria e l'acqua offrono un candore ed una purezza primitive.

 

 

Un attento sguardo al territorio ci fa scoprire la sua storia evolutiva e ci fa comprendere la cultura delle genti che popolano queste terre, animate ancora da antiche virtù. I volti, le parlate, le zampogne, il grano, il "traglio" tirato dall'asino, le capre, la montagna, il torrente sono aspetti di un mondo da comprendere e compenetrare, non già da osservare.

Comprendere questo ambiente, nei mille aspetti che hanno costituito le ragioni di un Parco Nazionle, significa scoprire la strada da percorrere verso uno sviluppo compatibile con il rispetto e la tutela dell'ambiente. Solo così l'impressione si fa grande nel risalire il Sarmento da Nord a Sud lungo un torrente che da larga fiumara si fa gola stretta e tormentosa.

 

 

Le argille, le ginestre, le grotte, le rocce, i boschi, i prati, la montagna, la neve; l'orto, l'aia, le case contadine, le viuzze, i campanili; il formaggio pecorino, il prosciutto, le soppressate, la pasta di casa, il pane di grano duro cotto nel forno a legna, le costatine di capretto alla brace, i peperoni cruschi, l'agnello alla "pastorale"; le acque fresche di sorgente e il vino "crudo": un'autentica ubriacatura che rigenera il cuore e la mente, lontano dal caos della civiltà moderna.

Il nostro viaggio si conclude con un'escursione verso gli oltre 2000 metri delle Serre di Crispo, delle Ciavole e del Dolcedorme e dei Piani del Pollino, tra le rocce di origine vulcanica, l'agrifoglio di Timpa delle Murge, il complesso calcareo di Timpa San Lorenzo, le rocce dolomitiche e le vaste faggete, alla ricerca degli aggruppamenti vegetali di abete-faggio e di pino loricato e degli accumuli morenici, autentici relitti, alquanto rari in questa regione appenninica, delle ultime glaciazioni. Al termine di questo itineraio restano al visitatore tante gradevoli immagini ed un grande desiderio di ritornare.

 

 

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